Toro Sedato: Lamborghini Countach Terai Engineering JGTC

All’interno del grande libro dei campionati turismo alcune delle pagine più interessanti sono scritte in giapponese.

Tra JGTC e JTC/JTCC si sono viste sulla griglia le auto più disparate: Lancia 037, Renault Spider, Ferrari F40, Porsche 962C, McLaren F1 GTR, perfino una Impreza station wagon… e ho volutamente lasciato da parte molte giapponesi.

“Not your average starting grid”

Un po’ di chiarezza sui campionati giapponesi

Il periodo tra il 1990 e il 1993 fu un momento di transizione per il mondo delle corse: le Gruppo C avevano subito con forte declino in seguito all’introduzione dei famigerati motori 3500 aspirati in sostituzione dei turbo e quasi contemporaneamente il vecchio Gruppo A stava per essere soppiantato dal nuovo regolamento Super Touring o Classe 2.

Questi due cambiamenti portarono a grandi ripercussioni su alcuni campionati giapponesi: l’All-Japan Sports Prototype Championship (JSPC) dedicato ai prototipi del Gruppo C era scomparso già a fine 1992, mentre il Japanese Touring Car Championship (JTC) dopo aver vissuto l’assoluto dominio nel 1993 delle Skyline GT-R di Gruppo A, avrebbe visto una radicale modifica del parco auto con l’introduzione della nuova Classe 2 (e quindi il termine dell’egemonia delle “Godzilla” R32).

Una linea del tempo, come sui libri di scuola


Ed è qui che finalmente entra in scena il JGTC.

Il Japanese Grand Touring Championship era la reincarnazione della vecchia serie dedicata ai prototipi, ma con la sostanziale differenza che le auto avrebbero dovuto derivare dalla serie; inoltre erano previste due categorie separate, quelle GT1 e GT2 che qualche anno più tardi si trasformeranno nelle ben più note GT500 e GT300.

Nel JGTC vi avrebbero quindi trovato spazio le “vecchie” GT-R R32, ora dotate di una veste aerodinamica più spinta (quella blu in livrea Calsonic è una delle mie auto da corsa preferite, in assoluto), assieme a 911 Carrera RS/RSR, l’incredibile duo schierato dal Team Taisan formato da una 962C e due Ferrari F40, oltre alle solite Fairlady Z, Silvia, Supra, RX-7 e infine la protagonista di questo articolo…

Le primissime partecipanti al neonato JGTC


… una Lamborghini Countach.



Da dove saltava fuori?
Com’era modificata?
Ma poi perchè proprio una Countach?

Teruaki Terai, Suzuka 1990 e il fondatore della Super Aguri

Prima di tutto devo accennare a una delle vicende sportive della Casa di Sant’Agata: vista l’ostilità di Ferruccio Lamborghini verso le competizioni, il quale era solito ripetere “non serve dimostrare che noi siamo più forti delle Ferrari“, il nome dell’azienda bolognese figurò nelle classifiche solo alla fine degli anni ’80 (delle Miura Jota e Jarama Rally parlerò più avanti, promesso).

Intorno al 1987, con il quasi fallimento dell’azienda e il fondatore ritiratosi ormai da anni in Umbria a produrre vini, Lamborghini finì sotto il controllo della Chrysler e Lee Iacocca, presidente della Chrysler, fece aprire a Modena la Lamborghini Engineering per lavorare su un motore V12 da impiegare in Formula Uno: al comando della nuova attività due ex ferraristi, Mauro Forghieri (che lasciava Maranello dopo quasi 30 anni) ne era il direttore tecnico e Daniele Audetto quello sportivo.

Quel propulsore made in Sant’Ag… Modena, venne montato su un discreto numero di vetture, inclusa quella famosa McLaren provata da Senna, ma tra quelle monoposto fu la francese Larrousse a ottenere il risultato migliore: GP del Giappone 1990 (Senna e Prost, prima curva… vi dice nulla questo?), Aguri Suzuki, terza posizione.

Da sinistra: Roberto Moreno, Nelson Piquet e il beniamino di casa Aguri Suzuki (lo stesso della Super Aguri!)


Fu anche il primo giapponese a conquistare un podio in Formula Uno e proprio questo binomio “pilota nipponico-motore Lamborghini” fu la molla che fece scattare a Teruaki Terai, un membro del Japan Lamborghini Owner’s Club (JLOC d’ora in poi), il desiderio di far gareggiare una vettura del Toro in un campionato nazionale.

Toro Sedato (e quasi stock)

Nel 1993 Terai-san grazie al club di cui faceva parte venne a conoscenza di una Countach 25° Anniversario gravemente danneggiata da un principio di incendio, che acquistò: il suo desiderio, seppur bruciacchiato, si stava concretizzando.


In configurazione stradale pesava quasi 1500kg, cifra abominevole per un’auto da gara, quindi era fondamentale farla dimagrire: l’alluminio della carrozzeria venne così rimpiazzato dalla vetroresina e gli interni semplificati all’estremo.

Nel frattempo la voce di cosa stiano allestendo Terai e Masahiko Mearashi (un altro membro del club) presso la Terai Engineering si spanse, soprattutto quando il presidente del JLOC Isao Noritake volò in Italia per informare Lamborghini sul progetto: seppur non ottenne alcun supporto, la fiducia dimostrata dei giappi cementeranno negli anni il rapporto con la Casa, che continua ininterrotto ancora oggi.

Arrivati alla primavera del 1994 la situazione non era però rosea.

Mancavano soldi, piloti e tempo per finire la vettura, quindi la partecipazione alla prima gara del JGTC in programma per Maggio 1994 era in serio pericolo.

Alla direzione del campionato questo non piacque: “consigliarono caldamente” di darsi una mossa ed essere presenti sulla griglia del Fuji Speedway.

Mearashi invitò nel team il mangaka e collezionista di auto Ikezawa Satoshi, creatore di “Circuit Wolf” (prima di Wangan Midnight e Initial D c’era questa roba qua) in veste di pilota.

Fu il disegnatore a trovare poco dopo un accordo con la concessionaria di auto sportive e di lusso Art Sports, la quale… fornì un’altra Countach di serie.

Questo è il sito di Art Sports: hanno avuto per le mani 12 Enzo Ferrari, per dirne una


Siccome non c’era il tempo materiale per finire quella già in lavorazione si decise di modificare leggermente un esemplare stradale, portando alcune delle soluzioni studiate precedentemente.


Davvero, era poco più di una Countach con le targhe: roll cage, interni svuotati, finestrini laterali in plexiglas, freni più potenti, cerchi e pneumatici slick, qualche pannello in fibra di vetro… tutto qua.

Terai infine trovò in Rain-X lo sponsor principale e assunse Takao Wada, l’altro pilota: trovata la coppia di driver e scelta la gialla livrea definitiva, era giunta l’ora del “primo giorno di scuola” al Fuji International Speedway.

ったく! (accidenti!)

Le premesse non erano delle migliori e la concorrenza schierava auto da gara vere, come avete letto.

Non la tirerò per le lunghe: la Countach iscritta dal team
Ken Wolf/Terai Engineering non ottenne alcun risultato degno di nota, seppur fosse stata modificata (specie nel comparto aerodinamico) con il susseguirsi dei round; partecipò a tutte le gare del primo JGTC, portandone a termine solamente due e ritirandosi nelle rimanenti.


Per la stagione 1995 la Countach sarebbe stata sostituita da una nuova Lamborghini, una delle pochissime Diablo SE Jota Corsa mai costruite.

Ma Teruaki Terai non ebbe mai modo di veder concretizzarsi davvero il suo sogno: nell’Agosto del 1995, a pochi mesi dal debutto della Diablo, morì a causa di un tumore.

Bisogna aspettare fino al 2006 per festeggiare la prima vittoria del team JLOC: Marco Apicella e Yasutaka Hinoi portarono la Murciélago RG-1 (una variante della R-GT) al primo posto nella gara inaugurale del Super GT, la 300km di Suzuka.

Proprio dove ventisei anni prima nacque il sogno di Terai.

Che fine ha fatto?

Dopo un oblio durato anni, nel 2013 appare in questo video su YouTube.

Quel filmato documenta in realtà un restauro, ad opera della stessa Terai Engineering, terminato solo nel 2016 e grazie al quale la giallissima Lambo torna nelle mani del proprietario in perfetto stato.

L’ultima apparizione pubblica risale al 2017 all’Old Timer a Odaiba, Tokyo, alla quale le vengono scattate queste foto.

Avete notato che è ancora targata?

Game Over

All’epoca doveva essere una delle Lamborghini più famose (tanto che Burago ne commercializzò una versione in scala e apparve pure in un paio di oscuri videogiochi), ma ora sembra un argomento abbastanza sconosciuto, proprio come la breve avventura in F1 della casa bolognese.

Questo insuccesso ha comunque gettato le basi per una delle scuderie più longeve della storia del JGTC, quella JLOC che ancora oggi schiera le vetture del Toro.

E comunque la F40 del Team Taisan ha raccolto una vittoria e qualche podio… altro che “non serve dimostrare che siamo più forti delle Ferrari”.

Con buona pace di Ferruccio.

Alessandro Bezzi

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